Durigon verso le dimissioni – Nemmeno la Lega e il Centrodestra apprezzano la proposta del parco Arnaldo Mussolini

Le critiche che hanno investito Claudio Durigon, sottosegretario all’Economia in quota Lega per la proposta di intitolare ad Arnaldo Mussolini un parco di Latina che attualmente porta il nome di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono state incentrate sull’antifascismo. Prospettiva corretta ma non sufficiente a comprendere l’enormità della dichiarazione dell’esponente leghista.
Reintitolare un parco (o una strada o una piazza, non cambierebbe nulla) a un esponente fascista è una trovata fuori luogo e fuori tempo che giustifica la levata di scudi del mondo antifascista.
Ma io credo che nemmeno i fascisti autentici abbiano apprezzato l’uscita improvvida del luogotenente di Salvini.
Un fascista nostalgico è portato a considerare il regime un periodo mitico nel quale governavano i migliori e non potrebbe accettare di vedere contrapposto, come campione del fascismo, a due magistrati antimafia famosi in tutto il mondo, un personaggio incolore, passato alla storia solo per essere il fratello di Mussolini.
In effetti, la mossa di Durigon non servirà nemmeno a strappare qualche voto a Giorgia Meloni, motivazione recondita della proposta.
La Lega, a Roma, non ha sfondato e non sarà, certamente, l’evocazione di Arnaldo Mussolini a cambiare i rapporti di forza fra gli alleati-rivali del Centro destra. Il tentativo di Durigon di acquisire consensi e di scalare posizioni nel partito, con il richiamo, sbagliato, a un fascismo che anche i fascisti non amano è destinato al fallimento.
Con l’aggravante, in ottica Lega, che Salvini, nella sua collezione di felpe, ne ha anche una con il volto di Borsellino, mentre non ci risulta che abbia mai ipotizzato di indossarne una con le fattezze dello sconosciuto Arnaldo.
La proposta di Durigon non solo è indice di nostalgie fasciste, ma del fascismo familista che i nostalgici tendono a nascondere o, comunque, non vogliono ricordare.
In conclusione, siamo pronti a scommettere che Durigon verrà scaricato senza problemi e dovrà tornare al suo ruolo di leghista di periferia dell’agro pontino, in una Lega in cui sono ancora i lombardi e i veneti a dettare le regole di comportamento.