Con la Presidenza di Giuseppe Conte nasce un nuovo Movimento 5 Stelle

Il pregiudizio della grande stampa contro Giuseppe Conte ha portato a sottovalutare  il significato della elezione dell’ex Presidente del Consiglio alla guida del Movimento 5 Stelle. Che non è un banale cambio al vertice ma una vera e propria rifondazione di una formazione politica che è, tuttora, nonostante i cambi di casacca, la prima per numero di parlamentari. L’elezione di Conte è stata preceduta dalla approvazione del nuovo Statuto che non è  soltanto, un insieme di regole per gestire i rapporti fra gli associati ma è una vera propria piattaforma politico – programmatica con una carta dei valori che ha radicalmente innovato e, in taluni casi, ha addirittura sovvertito  i canoni di comportamento cui i “5 Stelle” si sono ispirati fino a questo momento.
Per valutare l’ampiezza del cambiamento basti considerare uno dei principi fissati nella Carta dei Valori: “Le espressioni verbali aggressive devono essere considerate al pari di comportamenti violenti.”.
Per un movimento che è nato all’insegna dei “vaffa day” si tratta di un rinnovamento  radicale sul piano del metodo e dell’approccio ai problemi.
Un rinnovamento che si riflette, ovviamente, anche sui contenuti. L’intervento di Conte sulla riforma della giustizia è stato coronato da successo perché supportato da argomentazioni forti sul piano giuridico alle quali né il governo, né il ministro, né gli altri partiti hanno potuto dire di no.
Rispetto allo stadio delle invettive a mezzo stampa dei grillini delle origini pronti ad alzare i toni più che a sostenere sul piano tecnico le proprie proposte il salto di qualità è indiscutibile  e porta a una maggiore razionalizzazione del dibattito politico e delle interrelazioni fra i partiti e fra i partiti e gli elettori.
Ovviamente, sono rimaste integre le finalità della azione politica del Movimento, la promozione dei diritti e delle libertà, la politica come servizio, l’etica pubblica, il rispetto della legalità, la democrazia dal basso, la partecipazione, la difesa degli ultimi.
Cambiare il metodo lasciando immutati i fini, unitamente al prestigio e alla fiducia di cui gode Giuseppe Conte, ha consentito di operare una rivoluzione senza alcun impatto né sui quadri intermedi, né sulla base che si è riconosciuta senza problemi nel nuovo corso.
Un risultato di grande spessore sul quale sarebbe stato difficile scommettere, considerata anche la reazione di Grillo che ha percepito, in questo cambiamento più che nelle modifiche statutarie, un percorso che porta a un sostanziale ridimensionamento del suo ruolo.
È comprensibile che il riconoscimento di tale evoluzione non venga dallo schieramento avverso, anche perché il centro destra non ha completato un analogo percorso, con l’eccezione di Forza Italia, ormai, ancorata ai principi del centro destra europeo e che, non a caso, rivendica senza tentennamenti la propria adesione al Partito Popolare Europeo.
Meno comprensibile è che non se ne siano resi conto o fingano di non averlo capito tanti commentatori dei principali quotidiani che dovrebbero informare i propri lettori senza pregiudizi, come sarebbe doveroso per una stampa libera, rispettosa dei propri lettori.